Il commento di Enzo Vicennati sul Giro d'Italia: la vicenda Nibali e la maglia rosa Kruijswijk

[caption id="attachment_7766" align="aligncenter" width="800"]Italian rider Vincenzo Nibali of Astana team on arrive to the finish line of the sixteenth stage of the Giro d'Italia 2016, from Bressanone to Andalo 132 km, Italy, 24 May 2016 ANSA/LUCA ZENNARO ANSA/LUCA ZENNARO[/caption]

Dopo un'altra giornata no di Vincenzo Nibali al Giro d'Italia,forse quella che sancisce definitivamente l'addio ai sogni rosa da parte del campione siciliano, sta imperversando sui social, ma anche sui maggiori siti che si occupano di ciclismo, le innumerevoli domande con relative risposte, relative a tutta questa serie di prestazioni nettamente al di sotto delle aspettative. Mentre il suo diretto entourage avvierà già nelle prossime ore tutta una serie di accertamenti clinici per dare un'eventuale risposta a un così evidente calo fisico, e mentre si va altresì domandando sulla validità del metodo di preparazione che ha avvicinato Vincenzo Nibali all'appuntamento con la corsa rosa, le risposte immediate che provengono dal web sembrano fornire tutta serie di risposte valutando invece contesti diversi. Da più parti si va sostenendo che Vincenzo Nibali abbia perso ormai da tempo quella serenità e quella gioia primordiale di svolgere la sua professione attraverso la bicicletta; componenti importanti che avevano costituito il leitmotiv di tutti i suoi successi.
Tutti questi argomenti sono stati affrontati nella puntata di “Bagarre, il focus sul grande ciclismo”, insieme al capo redattore di Bicisport, Enzo Vicennati. Il giornalista marchigiano, da sempre sensibile agli argomenti più umani e profondi che vanno a toccare i vari campioni al di là delle loro prestazioni agonistiche, sembra sposare in pieno molte di queste teorie. Valutando più nei particolari una situazione che già lo scorso anno aveva dato segnali chiari e inequivocabili di una difficile convivenza del vincitore del Tour 2014, all'interno della sua squadra, l'Astana, con la quale è in scadenza di contratto. Soprattutto, secondo Vicennati, sarebbe stato meglio non cedere alle lusinghe provenienti dal mondo e dalle finanze degli Emirati. Una situazione che sono in molti a ritenere ben avviata e ormai in fase conclusiva, ma sulla quale però, al momento attuale, non sussistono ancora situazioni chiare e definitive. Condizione che potrebbe aver contribuito a togliere tranquillità e serenità al nostro campione del pedale più amato, abituato invece a concentrarsi al meglio sulle pedalate, anziché lasciarsi condizionare da vicende esterne che, accettando a suo tempo un'offerta diversa, ma caratterizzata da una forte componente di interlocutori di chiara matrice italiana, gli avrebbe forse consentito di godere di un contesto - sia attuale che futuro – più ottimale per poter svolgere la sua già di per sé impegnativa professione. L'esempio della tranquillità dell'attuale maglia rosa Steven Kruijswijk, sembra stare lì apposta a fare da contraltare. Questo outsider – stando almeno dai nomi che circolavano alla partenza dall'Olanda –, ha saputo crescere secondo il giornalista, in modo graduale. Trovando slancio dalla maglia bianca che seppe conquistare al Giro, nell'edizione 2011. Qualche anno più tardi, approfittando sicuramente anche delle defezioni di molti tra i campioni più attesi, si sta avviando verso un'importante affermazione nella nostra corsa più amata. Anche se, sottolinea Vicennati, le tappe che ci aspettano sono molto insidiose e Valverde, apparso in forte recupero, potrebbe, al di là delle sue dichiarazioni, non accontentarsi del podio.

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